Una bambina ad Auschwitz. Incontro con Arianna Szörényi

data:mercoledì 18 aprile 2018
luogo:Auditorium Alla Fratta
orario:ore 18.30
Incontro pubblico con Arianna Szörényi per la presentazione del suo libro "Una bambina ad Auschwitz" (Mursia) che racconta la storia della sua deportazione.

L'autrice sarà introdotta da Angelo Floramo.

Nell'occasione, l'Amministrazione Comunale consegnerà ad Arianna Szörényi la cittadinanza onoraria di San Daniele.



«Perché solo ora, a quasi ottant'anni, ho deciso di pubblicare queste pagine che da decenni giacciono in un cassetto? Affinché una voce in più, quella di una bambina deportata a undici anni, si unisca alle tante che con le loro sofferte memorie vogliono contrastare chi osa, mentre alcuni dei sopravvissuti sono ancora in vita, minimizzare, addirittura negare, quanto accaduto. Chi alzerà la propria voce indignata, offesa, quando fra non molto non ci sarà più alcun testimone?»
(Arianna Szörényi)


Arianna Szörényi nasce a Fiume (allora italiana) da Adolfo Szörényi e Vittoria Pick il 18 aprile 1933 in una famiglia di origine ebraica, ma con madre di religione cattolica.
Il padre ungherese, vedovo con quattro figli, lavora come capo contabile nelle banca italo-ungherese della città di Fiume, dove conosce la seconda moglie, e madre di Arianna, impiegata nella stessa banca. I due si sposano nel 1917.
Dal loro matrimonio nascono otto figli: Edith (n.1917), Stella (n.1919), Daisy (n.1921), Alessandro (n.1923), Carlo (n.1925), Rosalia (n.1927), Lea (n.1929) e Arianna (n.1933).
Nel 1935 tutti i figli vengono battezzati con rito cattolico.
In famiglia vengono cresciuti secondo i principi cattolici.
Nel 1938 il padre viene licenziato a causa delle leggi razziali fasciste, e per tale motivo non troverà più lavoro. Per la famiglia inizia quindi un periodo di ristrettezze economiche.
Edith, la sorella più grande, sposa un ufficiale italiano e viene a vivere a San Daniele del Friuli.
Ed è proprio qui a San Daniele che tutta la famiglia Szörényi sceglie di trasferirsi nell'ottobre del 1943, per sfuggire ai bombardamenti che colpiscono Fiume e alle persecuzioni razziali.
Traditi da un delatore, il 16 giugno 1944 l'intera famiglia Szörényi viene prelevata e portata prima ad Udine e poi a Trieste alla Risiera di San Sabba.
Arianna trascorre sei giorni nel campo di sterminio triestino.
Il 21 giugno 1944 la famiglia Szörényi è deportata ad Auschwitz-Birkenau.
All'arrivo gli uomini (il padre e i due fratelli) vengono separati dalle donne.
Arianna è la più piccola, ha soli 11 anni ma all'inizio viene aggregata alle donne con il numero di matricola 89219.
Verso la fine di settembre una selezione più accurata la destina al "Kinderblock", la baracca dei bambini, separandola anche dalla madre e dalle sorelle.