Trascrizione dei documenti dell'Archivio di Cividale relativi al Monastero Maggiore di Cividale

Cividale, Archivio ex-capitolare, Diffinitiones, c. 89r, a. 1450, 22 luglio
(testo originale trascritto in C. Scalon et al., La libreria di Guarnerio d’Artegna, p. 82)

Rev. d. Guarnerius vicarius in spiritalibus copiosis et humanissimis verbis et summa cum gravitate exhortans comunitatem ut velit providere quod remedietur scandalis et obprobriis ac sceleribus que perpetrantur et commituntur in Maiori Monasterio, tandem conclusit instando quod memorentur sibi remedia necessaria, offerens se paratissimum ad faciendum pro sua parte quicquid poterit pro honestate servanda. Ut provideatur honestati et religioni dei diffinitum fuit quod dicatur d. vicario quod hec remedia prius videntur nostre comunitati de necessitate fienda: primo, quod muri dicti monasterii eleventur altiora et fiat murus etiam ubicumque videbitur necesse et hoc fiat sumptibus et expensis Monasterii; item quia dilapidant bona et redditus Monasterii, dicatur d. vicario quod reperiat unum ydoneum gastaldionem et negotiorum gestorem, qui sumptibus Monasterii, visitet massarios et regat bona ipsius Monasterii cum bona ratione reddenda apud ser Nicolaum de Portis 3° quod provideat cogere eas ne habeant deinceps libertatem exeundi de Monasterio; 4° quod ipse moniales deinceps debeant comedere in conventu et non separate. Deputati sunt ad memorandum hec remedia domini provisories ser Simon de Formentinis, ser Georgius Cont, ser Antonius Zani, ser Antonius Puppi.

Traduzione:
Il reverendo vicario Guarnerio, esortando con durezza e con parole spirituali eloquenti e amabilissime la comunità, affinché voglia provvedere a che si rimedi agli scandali ai disonori e alle azioni scellerate che sono state perpetuate e commesse nel monastero maggiore, in breve conclude insistendo sul fatto che la comunità ricordi i rimedi necessari, offrendosi a fare per parte sua qualunque cosa in potere al fine di preservare l’onestà. Affinché si provveda all’onestà e alla fede in Dio fu stabilito dunque che il vicario dicesse che questi rimedi per primi sembrino dover essere creati per l’interesse della nostra comunità: primo, che fossero alzati i muri del suddetto monastero, e inoltre sia costruito un muro ovunque sembrerà necessario, e ciò sia a spese del monastero. Ugualmente, poiché dilapidano i beni e i proventi del monastero, è ordinato dal vicario che venga trovato un amministratore idoneo e un gestore degli affari, che a spese del monastero ispezioni i massari e governi i beni stessi del monastero, dandone il resoconto a ser Nicola de Porti; terzo motivo, che si provveda a rinchiudere quelle (monache) affinché non abbiano in seguito libertà di uscire dal monastero; quarto motivo, che le stesse monache successivamente debbano mangiare in convento e non separatamente. Sono deputati a ricordare questi rimedi i signori protettori Simone de Formentinis, Giorgio Conti, Antonio Zani e Antonio Puppi.


Cividale, Archivio ex-capitolare, Diffinitiones, c. 251v, a. 1455
(testo originale trascritto in C. Scalon et al., La libreria di Guarnerio d’Artegna, p. 83)

Rev. d. vicarius in spiritualibus venit huc causa providendi de modo tenendo contra moniales Monasterii Maioris ut honeste vivant ad instantiam comunitatis, que misit ad eius reverentiam die pridie ser Thomam de Brandis. Diffinitium fuit quod deputenetur duo aut tres apud dominos provisores, qui sint cum rev. d. vicario nomine Comunis et instent quod provideat de modo honeste vivendi per eas et assistant, nomine Comunis, cuntis provisionibus quas facere volet et illud quod fiet sit ratum et firmum et, si videtur rev. paternitati sue punire aliquas que errarunt, quod faciat. Deputati sunt dominos provisores ser Guielmus Ioachini, ser Nicolaus ser Zenonis. Eodem die veneris XXI mensis martii post prandium, consilio ad sonum campane congregato in stupha Comunis. Deputati ad conferendum cum rev. d. episcopo vicario in spiritualibus super provisione fienda quod moniales Monasterii maioris honeste vivant, referunt qualiter prefatus d. vicarius memoravit tres principales provisiones: primo quod fiat unum dormitorium in quo omnes dormiant invicem; secundo quod eleventur muri expensis dicti Monasterii; tercio quod deputetur unus qui habeat regere et gubernare bona et redditius ipsius Monasterii et reddere ratione singulo anno de administratione sua nostre Comunitati et d. abbatisse et ipsi d. vicario, offerens se facere etiam provisiones necessarias contra clericos, et erat contentus quod due partes condemnationis pecuniarie, quam ipse imponet clericis vadat etiam Comunitati et illis qui erunt deputati, ultra penam privationis beneficiorum ipsorum clericorum. Item fiant tres deputati qui habeant libertatem exequendi diffinitiones et provisiones fiendas circa dictum Monasterium, qui deputati habeant partem pene dormire, cuius et condemnationis pro sua provisione. Audita relatione ipsorum dominorum deputatorum, diffinitum fuit quod respondeatur rev. d. vicario, quod provisiones proposites placent nostre Comunitati et quod fiat dormitoriunm in quo omnes debeant dormitorii claves d. abbatissa debeat serbare et omin sero, quando tempus erit eundi dormitum, diligenter debeat perscrutari si omnes moniales aderut et ingresse erunt dictum dormitorium et quod etiam debeant comedere omnes ad unam mensam et ad unam coquinam preparare pro omnibus fercula et nulla ipsarum possit separatim coquinare. Insuper diffinitum fuit quid relinquatur onus rev. d. vicario eligendi unum gastaldionem qui habeat exigere et regere et gubernare fideliter bona et redditus ipsius Monasterii, qui gastaldio electus teneatur prestare cautionem et securitatem de reddendo bonam et legalem rationem sue administrationis. Qui namque gastaldio habeat onus considerandi numerum et condictionem personarum debentium vivere expensis Monasterii et taxare eis victum et vestitum et si volent ultra dictam taxam, quod ipse debeant sibi lucrari operando et laborando suis manibus, ne habeant omnino omnes delicias et illud quod superet de redditibus, dictus gastaldio singulo anno debeat dispensare et exponere in laborando et fabricando, tam in elevando muros quam aliter construendo, ubi expedierit pro utilitate dicti Monasterii. Item quod deputentur tres persone, que habeant libertatem condemnandi personas ingredientes in dictum Monasterium, tam clericos quam laicos iuxta determinationem alias factam et exigendi penam XXV librarum, cuius pene tercia pars debeat esse dictorum deputatorum et quod Comunitas non debeat impedire eorum officium. Insuper diffinitum fuit quod relinquatur in libertate ipsius dicti vicarii faciendi omnes alias provisiones necessarias circa predictam et prout sue rev. paternitati videbitur.

Traduzione:
Il reverendo signor vicario ‘in spiritualibus’ venne quindi per provvedere rispetto alle modalità da tenere contro le monache del Monastero Maggiore, perché vivano onestamente secondo la richiesta della comunità che mandò alla sua presenza (cioè del vicario Guarnerio) il giorno prima il signor Thomas De Brandis. Fu stabilito che vengano individuati due o tre fra i provveditori della comunità che stiano insieme al Reverendo Vicario in nome della comunità e lo assistano in ciò che lui intende provvedere sul modo di far vivere onestamente le monache; e assistano in nome di tutta la comunità per mezzo di tutti i provvedimenti che egli vorrà fare; e ciò che egli abbia deciso sia stabilito e, se sembra così alla sua autorità di punire alcune monache che sbagliano, che lo faccia. Siano deputati a questo i signori Guglielmo figlio di Gioacchino e Sir Nicolò figlio di Zanone. Lo stesso giorno il venerdì 21 del mese di Marzo dopo pranzo, essendo stato riunito il consiglio al suono della campana nella sala del comune (“stupha”, cioè sala riscaldata del comune), coloro che sono scelti a parlare con il reverendo signor Vicario ‘in spiritualibus’, a proposito di ciò che si deve decidere su come le monache vivano onestamente, riferiscono in che modo il citato signore Vicario ha ricordato le tre principali cose da fare: in primo luogo che sia fatto un dormitorio nel quale dormano insieme; in secondo luogo che sia elevato un muro a spese del monastero; in terzo luogo che venga assegnato uno che sappia amministrare e governare le finanze restituite al monastero stesso e che dia giustificazione ogni anno della sua amministrazione alla nostra comunità e alla badessa e allo stesso vicario, offrendo di fare necessarie azioni contro i chierici; e sarà soddisfatto che due parti della ammenda pecuniaria, che egli imporrà ai chierici, vadano a favore della comunità e di coloro che saranno deputati, oltre alla privazione dei benefici degli stessi chierici. Inoltre che siano tre persone incaricate ad avere la libertà di eseguire i provvedimenti che devono essere fatti intorno al detto Monastero, i quali incaricati abbiano potere di condannare secondo il loro giudizio. Ascoltata la relazione dei deputati fu stabilito che si rispondesse al vicario che le decisioni proposte piacciono alla nostra comunità e che sia fatto il dormitorio nel quale tutte debbano dormire e che le chiavi debbano essere conservate dalla signora badessa e ogni sera, quando sarà tempo di andare a dormire, diligentemente, debba osservare che tutte le monache siano presenti e che siano entrate nel detto dormitorio, e che anche debbano mangiare insieme ad una sola mensa e debbano preparare il cibo presso una sola cucina e che nessuna possa cucinare separatamente. Inoltre fu stabilito che sia dato in carico al reverendo signor vicario di eleggere un gastaldo che debba reggere e governare fedelmente i beni dello stesso Monastero, il quale gastaldo eletto sia tenuto a dare una prova certa sulla sua corretta amministrazione. E infatti il gastaldo consideri il numero e la condizione delle persone che vivono a spese del monastero e valuti per queste il vitto e il vestire e se vogliono andare oltre la detta valutazione (del gastaldo), lavorino e operino con le loro mani, e non debbano avere assolutamente alcun tipo di lusso e ciò che avanza dai loro redditi, il detto gastaldo, lo debba amministrare e impiegare per costruire sia per elevare muri sia per qualsiasi altro tipo di costruzione nel caso sia conveniente all’utilità del detto monastero. Inoltre che siano elette tre persone le quali abbiano la libertà di condannare le persone che entrano nel detto monastero, tanto i chierici quanto i laici secondo quanto deciso in precedenza, e che abbiano la libertà di esigere una pena di 25 libbre, la cui parte terza debba essere dei detti deputati e (sia stabilito) che la comunità non debba impedire il loro lavoro. Inoltre sia definito che sia lasciata potestà al detto signor vicario di prendere tutte le altre necessarie decisioni secondo quanto a lui sembrerà necessario.


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